Quale Presidente Americano ha dato la maggiore spinta alle Borse?
Da redazione
Luglio 01, 2019
Per realizzare i tuoi investimenti guardi certamente ai mercati, soprattutto quello americano che influenza fortemente i mercati mondiali,. Molti investimenti si realizzano sull’indice S6P 500 che raggruppa le più importanti aziende e questo è in buona parte influenzato dalle scelte politiche USA, quindi dalle scelte operate dal Presidente degli Stati Uniti.
Volgere lo sguardo al passato può essere d’aiuto per comprendere l’oggi e magari anche per capire come progettare il futuro, sebbene questo spetti al popolo americano. Quale Presidente USA ha fatto crescere maggiormente la Borsa nel corso del suo mandato? Certo una risposta a questa domanda può arrivare dai dati che si possono avere dalla storia economica ma occorre anche non decontestualizzare il risultato: è facile ottenere ottimi risultati in termini di sviluppo in un periodo florido per l’economia mondiale, difficile ottenere risultati positivi nonostante tutte le capacità possibili e le politiche migliori messe in atto nei periodi neri.
I dati che ci dicono, almeno in termini di risultati di Borsa, chi è stato il Presidente migliore e quale il peggiore arrivano dal sito MacroTrends.com che ha analizzato i risultati dell’indice S&P 500 a partire dall’insediamento dei vari Presidenti, in termini di performance complessiva e annualizzata. Da questa analisi risulta in assoluto come migliore Presidente il repubblicano Calvin Coolidge che è stato in carica presidenziale dal 1923 al 1929, anni in cui la Borsa è cresciuta complessivamente del 230,5%, un rendimento medio annuale del 23,9%. Molto più recentemente troviamo due Presidenti Democratici, Bill Clinton con una performance del 211,3% e una media del 15,3% e poi il Presidente Barack Obama, il primo Presidente afroamericano della storia degli Stati Uniti che ha indotto con la sua politica un incremento del S&P 500 del 175,90%.
I Presidenti “peggiori”
Al sesto posto nella graduatoria troviamo il Presidente-attore, Ronald Reagan che si trovò ad affrontare il Black Monday a due anni dalla scadenza del suo mandato, una furia finanziaria che vide il crollo del 20% della Borsa in un solo giorno, con una perdita pari a 500 miliardi di dollari, una vera batosta per gli investitori. Tutti coloro che hanno qualche conoscenza storica, ricordano come il 1929 segnò un periodo terribile per l’economia mondiale, un periodo di crisi ritenuto incomparabile con altri periodi pure negativi.
Il Presidente Herbert Hoover ottenne il suo mandato solo sei mesi prima dello scoppio della terribile crisi del ‘29, troppo poco per essere ritenuto responsabile in alcun modo della crisi che travolse le economie mondiali. Durante il suo mandato la Borsa registrò nel complessivo un negativo del 77%. I peggiori risultati delle Borse coincidono con grandi eventi, la grande depressione del ‘29, lo scandalo Watergate che travolse il Presidente Nixon, repubblicano, l’attentato terroristico di New York dell’11 settembre 2011 e la crisi dovuta allo scoppio della bolla immobiliare con i mutui subprime.
In questo quadro il Presidente George W Bush ottenne nel suo mandato ottennale un negativo del 39,5%. Analizzando le Presidenze Americane democratiche e repubblicane, le performance migliori si sono registrate in media sotto presidenze democratiche con il 13,19% contro il 9,99% dei repubblicani. Oggi alla Casa Bianca da poco più di un anno c’è Donald Trump ed è ancora troppo presto per fare un bilancio benché parziale ma in questi mesi l’S&P 500 ha sempre chiuso in positivo e la percentuale di crescita che si può affermare annualizzata supera il 12,4%. La serie di crescita continuativa dell’indice S&P 500 rappresenta un record negli ultimi 90 anni. Come finirà il mandato di Trump non possiamo ancora nemmeno ipotizzare ma certo i presupposti sono ampiamente positivi e benauguranti per gli investimenti.
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