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Coltivare canapa in Italia: cosa c’è da sapere?

Da redazione

Luglio 25, 2023

Coltivare canapa in Italia: cosa c’è da sapere?

Investire nella coltivazione di canapa in Italia: un’opportunità sostenibile

Come noto, la coltivazione della cannabis propriamente detta, in Italia, è ancora considerata illegale e, nonostante, la crescente richiesta di una normativa più progressista e al passo coi tempi, ancora non si vede un orizzonte chiaro che faccia pensare all’imminente legalizzazione, per lo meno per uso personale, come sta accadendo in altri Paesi europei, di questa sostanza.

È questo il motivo principale per il quale le semenze di tale pianta, delle quali un tipico esempio è rappresentato dalle varianti di semi autofiorenti visionabili su Sensoryseeds, azienda italiana di primo piano nel settore, possono essere acquistate esclusivamente come articoli da collezione e preservazione delle genetiche, e non come prodotto per la coltivazione.

Per quanto riguarda la canapa, ovvero la cannabis con una concentrazione di THC inferiore ai limiti di legge, invece, la situazione è ben diversa.

La sua coltivazione è legale e, anzi, incentivata nel contesto di un generale tentativo di far ripartire la filiera agroindustriale legata ad essa, in passato così importante per l’economia italiana. E le opportunità di business nel settore attirano numerosi italiani interessati a investire in questo ambito.

Nel seguente articolo analizzeremo in sintesi quello che c’è da sapere sulla coltivazione della canapa in Italia, partendo con una rapida disamina del suo ruolo nella storia del nostro Paese.

Uno sguardo all’importanza della coltivazione della canapa nella storia italiana

Questa pianta ha radici profonde nel tessuto culturale e agricolo del Paese.

Durante il periodo romano, la canapa era comunemente usata per la produzione di corde, tessuti e carta. Nei secoli successivi, la sua coltivazione ha continuato a prosperare in diverse regioni italiane, fino a quando non è stata colpita da una serie di restrizioni nel XX secolo a causa della sua associazione con la marijuana.

Negli ultimi anni, la canapa sta vivendo una sorta di rinascita. Grazie ai cambiamenti nella legislazione e a una crescente consapevolezza dei suoi benefici ambientali e della sua sostenibilità, sempre più agricoltori e imprenditori stanno esplorando le opportunità offerte da questa pianta.

Ora, l’Italia sta lentamente riemergendo tra i maggiori produttori di canapa in Europa, con molte regioni che stanno sfruttando la sua coltivazione per stimolare l’economia locale, creare nuovi posti di lavoro e contribuire alla transizione verso un modello di agricoltura più sostenibile. E, ad oggi, la filiera può già vantare un fatturato annuo di 150 milioni.

Quali varietà di canapa si possono coltivare?

Non tutte le varietà di canapa sono ammesse in Italia, ma solo quelle che hanno un contenuto di THC (tetraidrocannabinolo), il principio psicoattivo della pianta, inferiore allo 0,2%. Queste sono iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, un documento aggiornato al livello di UE.

Quello che bisogna sapere riguardo l’acquisto di semenze di canapa a norma di legge

In base alla Legge 242 del 2016 è possibile coltivare canapa solo a partire da semenze certificate, comprensive di un cartellino che attesta la certificazione stessa il quale va conservato per almeno un anno, così da poterlo esibire in caso di controlli assieme a tutte le altre informazioni necessarie alle autorità per avere la certezza che le piante siano in regola.

Rispetto al limite di THC dello 0,2%, è bene specificare che non si tratta di un limite rigido. Nello specifico, qualora durante i controlli dovesse risultare una concentrazione di principio attivo superiore allo 0,2%, ma entro lo 0,6%, non si configurerebbe alcun reato, ammesso che il canapicoltore dimostri l’utilizzo di sementi certificate.

Se il limite viene superato, e l’agricoltore può comunque dimostrare di aver seguito tutta la normativa in materia, le piante di norma vengono distrutte ma quest’ultimo non subisce alcuna conseguenza legale.

Un’ultima considerazione in materia di sementi: non possono essere mai utilizzate quelle autoprodotte, nemmeno se sono state ottenute a partire da piante coltivate usando semi certificati.

Quali vantaggi offre la coltivazione di canapa?

La coltivazione di canapa offre numerosi vantaggi sia per chi la pratica sia per l’ambiente. Questa pianta, infatti:

  • richiede pochi fertilizzanti e poca acqua;
  • migliora la fertilità del suolo grazie alle sue radici profonde;
  • contrasta l’erosione e la desertificazione del terreno;
  • assorbe grandi quantità di CO2 dall’atmosfera;
  • offre una elevata resa per ettaro;
  • produce fibre, semi, olio e biomassa utilizzabili in diversi settori.

Da un punto di vista puramente economico, a coltivazione di canapa può essere una buona fonte di reddito per gli agricoltori che decidono di investire in questo settore. Esistono infatti diversi sbocchi commerciali, sia sul mercato nazionale che su quello internazionale. Alcuni esempi sono:

  • l’industria tessile, che utilizza le fibre di canapa per produrre tessuti naturali e resistenti;
  • l’industria alimentare, che utilizza i semi e l’olio di canapa per produrre alimenti ricchi di proteine, acidi grassi essenziali e vitamine;
  • l’industria cosmetica, che utilizza l’olio di canapa per produrre creme, saponi, shampoo e balsami;
  • l’industria edile, che utilizza la canapa per produrre materiali isolanti, biocompositi e bioedilizia;
  • l’industria energetica, che utilizza la biomassa di canapa per produrre biocarburanti e biogas;
  • l’industria farmaceutica, che utilizza la canapa per produrre farmaci a base di CBD (cannabidiolo), il principio non psicoattivo della pianta.

In aggiunta, il regime di promozione della relativa filiera agroindustriale prevede anche sussidi al livello comunitario oltre all’esenzione temporanea dai contributi fiscali.

In ogni caso, prima di avviare una simile attività è opportuno informarsi e aggiornarsi riguardo le agevolazioni e le norme specifiche che potrebbero essere modificate nel tempo.

In conclusione

La coltivazione della canapa in Italia rappresenta un settore in crescita e ricco di opportunità. Questa pianta, con radici profonde nella storia italiana, sta vivendo una sorta di rinascita grazie ai cambiamenti legislativi e alla consapevolezza dei suoi benefici ambientali e della sua sostenibilità.

La sua produzione può essere una fonte di reddito interessante per gli agricoltori, con sbocchi commerciali sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre, il settore beneficia di sussidi comunitari e di esenzioni fiscali temporanee. È importante, tuttavia, informarsi e tenersi aggiornati sulle agevolazioni e sulle norme specifiche che potrebbero subire modifiche nel tempo.

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