Armocromia e make-up: qual è il colore più adatto a te?
Da redazione
Maggio 17, 2020
Quando si parla di armocromia, è la disciplina che studia l’armonia del colore applicandola alle persone, individuando quali sono i colori migliori per ciascuno partendo dalla reazione che hanno con il colore della pelle, degli occhi delle labbra e dei capelli appartenenti ad una persona.
A partire da questa reazione è possibile individuare i colori corrispondenti al fototipo di ciascuno, trovando così quelli che più lo valorizzano. Si tratta di una vera e propria scienza che potenzia l’immagine attraverso il colore definendo la gamma o più gamme colori racchiusi in una palette di cromatismi, definiti “colori amici” che andranno a valorizzare le caratteristiche cromatiche personali creando armonia.
Non si escludono però i concetti di ”contrasto” e di dissonanze cromatiche, che potranno essere utilizzate al fine di infrangere consapevolmente le regole dell’armocromia, per ottenere determinati effetti come ad esempio accade frequentemente nel mondo della moda.
Scegliere un colore o una sfumatura sbagliata, ad esempio, può spegnere il volto, accentuandone occhiaie e zone d’ombra.
A parlarcene più nel dettaglio, è Pablo Gil Cagné, art director della Face Place Academy di Roma, che ci spiega quanto sia importante la valutazione del colore nel lavoro di un make up artist.
Quello sull’armocromia non è solo un argomento attuale, ma è uno studio condotto già tanti anni fa.
Infatti, nasce negli anni 30, in conseguenza del passaggio della pellicola dal bianco e nero al colore: all’epoca, fu notato che, in base al modello di abito indossato, nelle attrici c’era qualcosa che andava bene con il bianco e nero e qualcosa che stonava con le riprese a colori.
Lo studio sull’armocromia, detta anche test dei colori, fu portato avanti da Munsell, il quale ha suddiviso il colore sotto 3 aspetti:
- Tonalità;
- Saturazione;
- Luminosità.
La tonalità è rappresentata da un cerchio di cui fanno parte 5 colori principali, quali rosso, giallo, verde, blu e violetto, e ogni colore è suddiviso in 10 sotto suddivisioni.
La luminosità varia sull’asse verticale delle coordinate cilindriche e parte dal valore 0, che equivale al colore nero, e arriva fino al 10, che equivale al colore bianco; tra 1 e 9, invece, c’è la scala di grigi.
La saturazione è misurata radialmente dal centro di ogni settore circolare del sistema cilindrico per rappresentare la purezza del colore: i valori bassi sono i colori tenui tendenti al grigio.
Il ruolo del make up artist è capire quali di questi colori “valorizzino” e quali “penalizzino” un soggetto.
Inoltre, da non sottovalutare c’è anche il fatto che i colori che penalizzano possono comunque essere usati, ma mai sul viso o accostati al viso, come ad esempio per un uomo è il caso di una cravatta, una pochette, un bracciale o altro e lo stesso vale per la donna.
Io consiglio sempre una consulenza tecnica sull’armocromia perché ti rimarrà per sempre: se un soggetto è un tipo “inverno”, lo sarà sempre, anche se l’abbronzatura può cambiare un po’ le cose, quindi in estate è possibile utilizzare colori più autunnali.
Una volta a conoscenza di ciò, anche gli acquisti dell’abbigliamento si fanno in modo più intelligente, perché saprete quali sono i colori che sono vostri amici e quali, invece, evitare.
Il primo studio da effettuare è l’individuazione del fototipo attraverso una scala di valori detta Scala di Fitzpatrick, che identifica sei diversi tipi di pelle e che si struttura come segue:
Tipo – Scala Luschan – Descrizione:
- I 1–5 bianca o molto chiara;
- II 6–10 chiara o europea;
- III 11–15 chiara intermedia o pelle scura europea;
- IV 16–21 scura intermedia o mediterranea o olivastra;
- V 22–28 scura o marrone;
- VI 29–36 molto scura o nera.
Come prima cosa, si studia il colore della pelle: che si differenzia tra tono, a sottono, e sovratono. Evidenziare quali sono le discromie, bisogna guardare il colore delle occhiaie e capire se ci sono dei piccoli angiomi, caratteristiche particolari dei fototipi nordici; mentre le macchie scure e le occhiaie bluastre possiamo dire che sono delle caratteristiche dei fototipi mediterranei.
Il secondo aspetto da valutare è il colore degli occhi, sopratutto l’interno dell’iride, facendo guardare il cliente in alto.
Fatto ciò, si passa al colore dei capelli e poi il colore della mucosa labiale, applicare un leggero idratante sulle labbra ci permetterà vedere meglio il colore.
Raccolti tutti questi elementi, dovete vedere quali colori prevalgono di più, se quelli chiari o quelli scuri, per poi fare il test del sottotono freddo e caldo tramite due teletti: argento e oro.
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